Giuseppe Culicchia a proposito di "Cerniera lampo"

"Un romanzo che fa sorridere e riflettere"

Gianluca Morozzi a proposito di "Tutto quell'amore disperso"

"Un perfetto, equilibrato mix di musica di classe e donne complicate"

Renato Minore a proposito di "Se avessi previsto tutto questo"

"Una storia di forte identificazione in cui c’è sempre una partenza da affrontare, uno sradicamento nuovo che è ormai la condizione coscenziale di un’intera generazione."

martedì 15 settembre 2015

SANTI PRICONE SU "NOTABILIS": LA PASSIONE PROFUSA DAI PROTAGONISTI DI "TUTTO QUELL'AMORE DISPERSO" VALE 8 IN PAGELLA

Da sinistra verso destra: Alessio Albi, Pino Cultrera, Sergio Pillitteri,
Silvana Scrofani, Luana Iacono e Ismenia Amari
Sul sito della rivista NOTABILIS è apparsa una nota, a cura del giornalista Santi Pricone, relativa allo spettacolo tratto dal mio romanzo "Tutto quell'amore disperso", di cui riporto un estratto:
Sono diventate valuta troppo pesante le sillabe che compongono un “Ti amo” per poterle dispensare con leggerezza a chicchessia in un mondo in cui l’unica certezza rimasta sembra sia la consapevolezza di dover navigare ancora a lungo in un mare d’incertezze. Paura d’amare, che avvolge vorticosa la storia di Carlo (Alessio Albi) e Sofia (Ismenia Amari), personaggi nodali della piece “Tutto quell’amore disperso”, tratta dall’omonimo romanzo di Luca Raimondi e messa in scena nell’ex chiesa dei Cavalieri di Malta dall’associazione culturale “Dueppiù Per la città che vorrei” per la regìa di Silvana Scrofani. Non casualmente i membri della potenziale coppia sono figli unici. L’attrazione-repulsione per la solitudine è divenuta merce comune fra l’umanità del post twin towers: tanta la voglia di volgere lo sguardo e cercare rifugio in una torre d’avorio; altrettanto forte però il richiamo della comunità che necessita dell’amalgama degli individualismi per migliorarsi, anche quando la diffidenza tentenna dal trampolino prima di tuffarsi in quella piscina chiamata fiducia. Fattore che traballa nella storia di Carlo e Sofia, che non consumano la propria unione, con il “lui” della vicenda che si ritrova a naufragare in balìa delle malie di Natalie (Luana Iacono), maschera dietro la quale potremmo immaginare tanto un variopinto cartomante da tv locale di quart’ordine quanto un broker disonesto, oppure ancora un trafficante d’armi che poi sfila sventolando la bandiera iridata. Coccodrilli, pronti a spalancare le fauci approfittando dei moderni diluvi universali. Ma Carlo e Sofia scampano alle intemperie tornando insieme: i loro sguardi si sono affrancati da dubbi e fobie. Qualcuno, da qualche parte, deve pur ricominciare a marciare, sperando che il moto sia contagioso. Attori in scena per poco meno di 40 minuti, la durata giusta per consentire a ogni tipo di pubblico di articolare dentro sé il proprio essenziale punto di vista, senza tedio, sbadigli e distrazioni. Trattandosi di un laboratorio amatoriale e sperimentale, i tre protagonisti si accaparrano un bell’Otto per la passione profusa.
La nota prosegue poi dando fin troppo rilievo alla solitaria performance del classico "cavallo pazzo", il quale, forse stravolto dal caldo, prima ancora che cominciasse lo spettacolo ha urlato che rivoleva i soldi indietro (ben 5 euro...) perché non vedeva nulla. 
La mancanza di palco, data la natura intima della rappresentazione, non era di per sé un male, ma certamente le sedie avrebbero dovuto essere disposte diversamente: così non è potuto accadere causa concomitanza con la mostra organizzata dall'Università di Catania "Itinerari di luce attraverso le culture", dedicata al materiale prodotto nei laboratori per l'Expo. La sinergia, che probabilmente è sembrata accattivante tanto al Comune quanto agli organizzatori, ha intralciato non poco la corretta fruizione dello spettacolo soprattutto per chi era nelle ultime file. Ma come considerazione finale, sottoscrivo quella di Pricone: "Non guasta in questi casi quella dose di elasticità sufficiente a fare presenti le proprie rimostranze sottovoce, condite con una garbata esortazione a correggere il tiro in futuro." 
L'articolo originale di Pricone, nella sua forma integrale, lo trovate nella home page di Notabilis: www.notabilis.it

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