Giuseppe Culicchia a proposito di "Cerniera lampo"

"Un romanzo che fa sorridere e riflettere"

Gianluca Morozzi a proposito di "Tutto quell'amore disperso"

"Un perfetto, equilibrato mix di musica di classe e donne complicate"

Renato Minore a proposito di "Se avessi previsto tutto questo"

"Una storia di forte identificazione in cui c’è sempre una partenza da affrontare, uno sradicamento nuovo che è ormai la condizione coscenziale di un’intera generazione."

venerdì 27 marzo 2015

"IN PRINCIPIO SONO LE CAREZZE": IL 10 APRILE INCONTRO ALLA "CASA DEL LIBRO"

Il 10 aprile presso La Casa Del Libro converserò con lo scrittore Gianfranco Damico e con la psicologa Marcella Cifali; il mio tormentato alter-ego Carlo Piras sarà sottoposto a un'attenta analisi psico-relazionale!
Gianfranco è autore di tre libri, i primi due ("Piantala di essere te stesso" e "Il codice segreto delle relazioni") pubblicati con successo nella collana "Urra" di Feltrinelli, l'ultimo, "Logos evolution", da Melino Nerella. Libri di difficile definizione e catalogazione, a cavallo tra biologia, neuroscienza, psicologia e comunicazione...ma, è questo è il bello, nessuna pesantezza, nessuna zavorra intellettualistica e tanta, tanta, vita vissuta. Sono saggi anche molto divertenti e profondi, scritti benissimo. Ammiro tantissimo Gianfranco e sono onorato di averlo come "sparring partner" per quest'incontro.  Sono sicuro che, coadiuvati anche da una psicologa professionista come Marcella, riusciremo ad illuminare i tanti anfratti oscuri della complicata e tragicomica vita sentimentale di un figlio unico.


giovedì 26 marzo 2015

"SCRITTORI E SCRITTURE" AL BIBLIOS: LE FOTO

"Scrittori e scritture": orfani di Angelo Orlando Meloni e Taniele Zido (problemi familiari per il primo, aeroportuali per il secondo), io e Alberto Minnella il 1° marzo abbiamo risposto alle domande del critico Lorenzo Perrona e del pubblico presso il Biblios Cafè di Paola Tusa e Paolo Mastrangelo riguardo le nostre esperienze letterarie ed editoriali. Una bella serata, peccato non aver potuto schierare l'intera formazione.







mercoledì 18 marzo 2015

UNA RECENSIONE DI LINA LOMBARDO

Fa davvero piacere ricevere ogni tanto recensioni spontanee da stimati lettori. Lina Lombardo, autrice del bel romanzo "Il lato oscuro della luna", ne ha scritta una su Ibs.it. Dal 1988 fino al 2012, è stata esperta linguistica di Spagnolo presso la Facoltà di Lettere e di Lingue dell’Università di Catania. È scrittrice di racconti brevi e di poesie con i quali ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Pubblico la sua opinione sul mio blog con vero piacere, perché è pur sempre una bella soddisfazione avere lettori attenti e competenti come lei.
"Il romanzo di Luca Raimondi "Tutto quell'amore disperso" è la storia di un mancato incontro tra il protagonista Carlo Piras e una giovane studentessa: Sofia. 
Il personaggio maschile che rappresenta l'alter ego dell'autore descrive il malessere che lo attanaglia negli anni forse più difficili di un essere umano: l'ingresso nell'universo degli adulti e nello specifico il disorientamento che colpisce l'adolescente che da una piccola cittadina di provincia come Siracusa si trasferisce a Catania per studiare all'Università lasciandosi dietro la classica "campana di vetro" costruita dalla famiglia. Lo scrittore si serve di un linguaggio insolente e trasgressivo, con termini volutamente osceni, per esprimere la rabbia, la stizza di chi teme che i propri ideali possano fallire. Sul romanzo aleggia l'influenza dei "giovani arrabbiati" inglesi della metà del secolo scorso e della Beat Generation americana che rivendicano la libertà sessuale, l'amore per la musica rock ed il cinema; la possibilità di vivere una vita senza regole né limiti, per dirla alla Vasco Rossi "spericolata": fumo, alcol, sesso e droga. Ragazze combattute tra la morale bigotta provinciale e il desiderio di abbandonarsi a squallide avventure. La lettera mai spedita di Carlo del capitolo 13 equivale ad una dolorosa riflessione finale; si tratta di una sorta di catarsi per mettere ordine nei suoi pensieri. La sofferenza lo modella, smussa le asperità caratteriali e scompaiono in parte gli atteggiamenti arroganti che tanto hanno fatto soffrire colei che invano ripeteva "dammi del tempo"." (LINA LOMBARDO)

lunedì 9 marzo 2015

CARLO PIRAS METAFORA DI UNA GENERAZIONE? LA RECENSIONE DI "PICKLINE"

Segnalo (con un po' di ritardo, dato che è apparsa il 16 febbraio) una nuova recensione, stavolta a opera di Milena Privitera, sul portale di informazione "Pickline", diretto da Valerio Morabito.
Cito la parte più interessante dell'articolo, che potete leggere integralmente qui.
"Carlo di fatto è metafora della sua generazione, della generazione dei ventenni di fine millennio, aspiranti filosofi, ragazzi complicati, rockettari per hobby, attori teatrali dilettanti, cinefili impegnati in cortometraggi pretenziosi, attivisti di Rifondazione Comunista. 
Le loro sofferenze diventano più leggere grazie ai video di MTV, gli intramontabili CCCP – Fedeli alla linea, la militanza politica, Moretti, le vacanze a Ibiza, l’ascolto a tutto volume dei Verve. Ragazzi e ragazze che s’incontrano in gruppi di studio malassortiti e in luoghi cult di Catania come la “Fera ‘o luni” o il Monastero dei Benedettini. E Sofia come dice bene la quarta di copertina di questo romanzo-diario è “l’ennesimo, gradito giocattolo da distruggere. Per poi rimanere ancora una volta da solo e capire, finalmente, che no, non era bello così, non mi piaceva, vivere così. Che così dettava il bisogno derivato dall’abitudine, dalla consuetudine, di essere solo ma… non era bello, proprio no. Ho bisogno di lei, dello specchio che mi pone davanti per farmi notare la mia bellezza ma anche e soprattutto le cicatrici derivate dai miei errori”. 
In “Tutto quell’amore disperso”, Carlo/Luca ci racconta in prima persona del suo primo amore, di cosa significhi essere figlio unico, della fatica dello studio della “sophia” universitaria (filosofia), dell’amore per la musica soprattutto e per il cinema in un lungo memoire che ci spiega in maniera semplice come sia difficile crescere, maturare, trovare la propria strada. Come il mio alter-ego Carlo Piras, – dice l’autore- “fu proprio all’Università di Catania, sul finire degli anni ’90, che feci il mio primo tentativo di produrre un film, mai portato a termine: la sceneggiatura di quel film interrotto è riprodotta quasi fedelmente, in un vertiginoso gioco di specchi tra le mie vicende, quelle di Carlo Piras e la loro trasposizione artistica”. L’ultimo romanzo di Luca Raimondi è giocato tutto sulla memoria intesa come racconto del passato, un passato importante, vitale, un passato che ci ricorda ironicamente come saremmo potuti essere, diventare se e ma … Luca Raimondi, comunque, heideggeriano convinto ritiene che “il presente viene sempre dopo l’avvenire e che l’avvenire è l’origine della storia” per cui il passato, come i brani musicali che lo scandiscono, fa parte del nostro futuro della nostra Weltanschauung globale."